Chi Siamo

CENTRO DI ACCOGLIENZA E SPIRITUALITA’

Era il 17 novembre 2009, un giorno come tanti, così si credeva, quando lo Spirito ci dettò di pregare.

Eravamo ad un seminario del rinnovamento nello spirito, quando spinti da un immenso dialogo con Gesù pregammo sino a notte fonda, chiedendo discernimento per una nuova comunità insieme al Professor Tarcisio Mezzetti e al fratello Giovanni Raele.  

Ed ecco una“ parola” ( Siracide 5-10 prima parola; Siracide 5-11, prima parola). All’udire le due parole monosillabe che furono pronunziate dal Signore, “SI-SI”, tutto scosse le nostre membra e il nostro più intimo animo e le stesse si scolpirono nella nostra mente.

Come fa uno scultore quando da un freddo e bianco marmo tira fuori l’idea, così, nel medesimo istante quell’idea non ci abbandonò più, facendosi viva e presente in ogni attimo della giornata come fuoco ardente.

La Casa di Maria Cittadella ONLUS. Spiritualità e Accoglienza. Associazione Religiosa. Gela, Sicilia.

Continuammo a pregare e fummo pieni di gioia quando, in Giovanni 15, 12-17, Salmi 1,3 e I Cronache 28,20 e Deuteronomio 1, 13-14- escluse le prime quattro parole, Aggeo 2, 4-5, Isaia 54,2-3 il Signore ci conduceva per mano, forse contro ogni nostra volontà e iniziava a ristabilire la sua alleanza con noi indicandoci la strada da perseguire.

Il seminario ebbe fine, ma quelle parole risuonavano sempre nella nostra mente e ci svegliavano anche di notte.  Così decidemmo di pregare e pregare per capire cosa fare.

Nel dicembre 2009 ci recammo in campagna, contrada Mangiova, in cui si erge un casolare diroccato appartenente alla nostra famiglia da generazioni e insieme al professore Tarcisio Mezzetti e allo stesso Giovanni pregammo per capire se, quel “tempio “di cui parlava  il Signore (I cronache 28,20) si riferisse a tale costruzione ormai fatiscente.

La Casa di Maria Cittadella ONLUS. Spiritualità e Accoglienza. Associazione Religiosa. Gela, Sicilia.

Il Signore confermò con Aggeo 2,9 e capimmo che si stava creando una idea più grande di noi, poiché era “l’idea di Dio” e non la nostra. Il giorno 30 settembre 2011 visitammo la comunità “Maria Di Nazareth” di Santa Croce Camerina e in quell’occasione la responsabile ci chiese cosa ci spinse a visitarla.

Raccontammo brevemente ciò di cui sopra, quando gli occhi della responsabile si illuminarono e quasi incredula ci portò nella loro cappella, dove sul leggio era posta la bibbia con la medesima

parola (Aggeo 2, 9), data la mattina dopo aver pregato, parola che loro non avevano compreso.

Per cui il Signore veniva di nuovo a confermare il suo patto e pertanto capimmo che fosse ora di cingerci la veste e di allacciarci  i calzari e mettersi a lavoro. A quell’idea quindi era giunta l’ora di dare un nome.

All’inizio  lo spirito suggerì “la Casa di Maria”, ma una sera, Padre Enzo Romano ci spinse ad aggiungere anche il nome “Cittadella”.

Ecco perché oggi possiamo parlare di un centro di Accoglienza e Spiritualità il cui nome è
La Casa di Maria :”Cittadella”:

Costituita il 13 MARZO 2013, ….VEDI STATUTO i cui principi ispiratori nascono dal riconoscimento che tutti gli uomini in quanto persone hanno diritto a una seconda opportunità. Di qui l‟impegno a prevenire l‟abbandono e a sostenerlo per fornirgli una concreta possibilità di inserirsi attivamente nella società. L‟associazione è operativamente impegnata nella Promozione dei diritti dell’uomo nonchè nella promozione e del sostegno di famiglie in difficoltà.

Il presente progetto nasce dall’esigenza di rispondere ad un’emergenza, da sempre presente, che si è nuovamente evidenziata nel panorama sociale, quello dei senza tetto.” Custodire, custodire, custodire”: è questo che riecheggia nel cuore alla fine dell’omeli della Santa Messa di inaugurazione del Ministero Petrino di Papa Francesco. Papa Francesco, partendo dalla figura di San Giuseppe, il custode della Santa Famiglia e della Chiesa, ha spiegato in modo semplice e toccante l’importanza di “custodire” se stessi, le persone che ci stanno intorno e il creato, ma anche custodire i più poveri, custodire i nostri doni. Ha parlato dell’umiltà e dello spirito di servizio di San Giuseppe e ci ha detto che il “servizio” è l’unica cosa che rende davvero grandi. E ancora ha detto: “Non dobbiamo avere paura della bontà, della tenerezza”, parlando di come San Giuseppe come uomo forte, ma capace anche di gesti di tenerezza e di bontà, quegli stessi gesti che oggi possono rendere meno grigio il nostro cielo.

La Casa Famiglia nasce, con l‟obiettivo di tutelare e sostenere l’uomo garantendogli per quanto possibile il potersi vivere come persona. L‟associazione di “ la Casa Di Maria” :vuole, dunque affermare con forza, la sua missione e si ispira a tali principi.

La Casa di Maria Cittadella ONLUS. Spiritualità e Accoglienza. Associazione Religiosa. Gela, Sicilia.

La preghiera, che accompagna la vita di tutte le comunità a Roma e nel mondo e ne costituisce un elemento essenziale. La preghiera è il centro e il luogo primario dell’orientamento complessivo della vita comunitaria.

La comunicazione del Vangelo, cuore della vita della Comunità, che si estende a tutti coloro che cercano e chiedono un senso nella vita.

La solidarietà con i poveri, vissuta come servizio volontario e gratuito, nello

spirito evangelico di una Chiesa che è “Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri “(Giovanni XXIII).

L’ecumenismo, vissuto come amicizia, preghiera e ricerca dell’unità tra i cristiani del mondo intero.

Il dialogo, indicato dal Vaticano II come via della pace e della collaborazione tra le religioni, ma anche come modo di vita e come metodo per la riconciliazione nei conflitti.

La Casa Di Maria  vuole essere un modello di intervento: ogni persona ha diritto ad avere una casa ed a trovare una famiglia. Gli ospiti della casa possono contare sull’aiuto e la vicinanza di tanti amici volontari di tutte le età, una piccola famiglia che si apre ad una famiglia più grande che aiuta a vivere felici nelle difficoltà di ogni giorno.

Caratteristica peculiare della comunità di accoglienza è quella di essere una grande famiglia aperta a tutti coloro che desiderano fare un’esperienza di vita rinnovata dall’amore. Tutti – operatori, responsabili, ragazzi accolti dalla strada, giovani in discernimento vocazionale – si impegnano a crescere nell’arte di amare, sostenuti da un programma formativo di conoscenza di sè e di guarigione interiore, nella consapevo­lezza che ciascuno può essere un dono per l’altro.

L’ARCHITETTURA

Il progetto architettonico della struttura edile sarà caratterizzato da un enorme pesce. In particolare, l’ichthýs è uno dei più antichi simboli cristiani giunti fino a noi. Veniva presumibilmente adoperato come segno di riconoscimento: quando un cristiano incontrava uno sconosciuto di cui aveva bisogno di conoscere la lealtà, tracciava nella sabbia uno degli archi che compongono l’ichthýs. Se l’altro completava il segno, i due individui si riconoscevano come seguaci di Cristo e sapevano di potersi fidare l’uno dell’altro.

La Casa di Maria Cittadella ONLUS. Spiritualità e Accoglienza. Associazione Religiosa. Gela, Sicilia.

Le comunità cristiane adottarono questo simbolo probabilmente per rievocare il brano evangelico in cui Gesù si rivolge a Simone dicendogli «μή φοβού ἀπὸ τοῦ νῦν ἀνθρώπους ἔσῃ ζωγρῶν»: Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini (Lc 5, 10).Un ulteriore episodio evangelico in cui il simbolo era familiare ai cristiani è quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che in alcune figurazioni si incrocia con quella del banchetto eucaristico dell’Ultima Cena, tramite la sostituzione del pane con il pesce.

Questa simbologia è visibile infatti in un affresco all’interno delle catacombe di San Callisto .Il simbolo adottato ed usato dalla Chiesa Cristiana Avventista è un pesce (Ichthus), come era in uso per i primi cristiani che lo collocavano nelle catacombe. Esso è posto sopra il globo terrestre con una croce stilizzata sullo sfondo.